AIS
2025/27
Con il Convegno nazionale del gennaio 2023 a Napoli, dal titolo Re-Assembling the Social. Re-istituire il sociale – apertosi in presenza di rappresentanti delle principali società nazionali di sociologia europee sotto l’egida del Council of National Associations dell’European Sociological Association – l’Associazione Italiana di Sociologia ha celebrato i suoi primi quarant’anni.
In quell’occasione furono presentati i primissimi risultati di una ricerca, promossa da AIS e condotta da un gruppo di studiose e studiosi che, riunitosi sotto l’acronimo Ci-cerchie[1], aveva progettato e realizzato, mediante interviste, un’indagine sul campo volta a ricostruire i percorsi biografico-scientifici di sociologi e sociologhe che hanno contribuito a costruire il campo della sociologia italiana dal secondo dopoguerra a oggi.
A poco più di quaranta anni dalla nascita dell’AIS, questo focus di Sociologia Italiana, attraverso contributi che attingono a quella base empirica, si propone di ricostruire alcune delle dinamiche di sviluppo, aggregazione, circolazione e scambio che hanno contrassegnato la storia del campo sociologico in Italia in questi ultimi decenni. L’analisi presentata permette di articolare una riflessione su vari aspetti che hanno caratterizzato questo percorso a partire da una prospettiva a un tempo biografica e storico-istituzionale, volta dunque a ricostruire le strutture relazionali, organizzative e normativo-simboliche che hanno caratterizzato il campo sociologico italiano dalla seconda metà del secolo scorso agli anni più recenti, a partire da interviste a tre coorti di sociologhe e sociologi che hanno attraversato tale campo. Nell’analisi, la dimensione identitaria e soggettiva è interpenetrata con quella normativo-strutturale. Le trasformazioni delle pratiche di ricerca, di pubblicazione e di insegnamento; il loro radicarsi dentro contesti socio-territoriali in relazioni dialettiche di centralità e perifericità; l’articolarsi della struttura relazionale in reti, cerchie e gruppi secondo dimensioni e cleavages la cui geometria varia nel tempo, sono interpretate come dinamiche di configurazione e riconfigurazione interna del campo sociologico in stretta interconnessione con il posizionamento nella più ampia arena di quello accademico italiano, in cui i cambiamenti normativo-istituzionali si riverberano nella costruzione dei percorsi biografici, di carriera e di mobilità tra sedi nelle università italiane.
In relazione a tali presupposti, l’indagine privilegia l’uso di strumenti qualitativi, individuando nell’intervista semi-strutturata la tecnica di rilevazione più appropriata. Sono state condotte 44 interviste a professori e professoresse ordinari/e e associati/e appartenenti a tre diverse coorti, volte a rilevare le diverse dinamiche che hanno segnato traiettorie e carriere al mutare delle configurazioni istituzionali che regolavano la vita accademica nel periodo oggetto di indagine: in particolare, i punti di discrimine tra le tre coorti sono individuati nella riforma segnata dal D.L. 382/1980 e nella riforma Gelmini (2010). La traccia di intervista si articola su alcuni focus tematici volti a ricostruire: a) il percorso accademico e scientifico e lo sviluppo della carriera nelle sedi accademiche italiane ed estere; 2) le reti di collaborazione, costruite mediante la partecipazione a progetti e gruppi di ricerca, collaborazioni entro e tra le sedi, partecipazione a comitati editoriali, partecipazione ad associazioni scientifiche e ruoli ricoperti entro le stesse, e l’appartenenza ad aggregazioni entro la comunità sociologica – le cosiddette «componenti»; 3) le figure di riferimento (per esempio, i «maestri» o le «maestre») e le relazioni di influenza simmetriche e asimmetriche; 4) la letteratura scientifica di riferimento.
Il campione di intervistati è stato costruito sulla base di una selezione operata a partire dalle indicazioni offerte da alcune/i testimoni chiave, individuando un insieme di soggetti attivi entro specifiche aree geografiche e sedi universitarie, per ricostruire i percorsi individuali (formativi e professionali) entro il campo oggetto di studio. Si tratta dunque di un campione a scelta ragionata, non statisticamente rappresentativo della sociologia italiana accademica nel suo complesso, ma rispondente piuttosto alla necessità di individuare posizionamenti, percorsi e punti di vista in grado di rendere conto della sua storia, offrendo allo sguardo dell’analista (interno al campo stesso) dell’analista una prospettiva ampia e densa di significati circa l’oggetto di studio. Il campione ragionato è stato costruito per rappresentare i posizionamenti nel campo in base a quattro dimensioni: genere (23 donne e 21 uomini), posizione nei ruoli universitari al momento dell’intervista (10 associati e 34 ordinari, di cui 6 emeriti o in pensione al momento dell’intervista), coorte di ingresso nel percorso accademico (prima del D.L. 382; tra quest’ultimo e la riforma Gelmini del 2010; dopo la riforma Gelmini); area geografica di afferenza (8 del Centro, 8 del Nord-est, 18 del Nord-ovest, 10 del Sud/Isole).
Il Focus si compone di quattro contributi, che si concentrano su altrettante dimensioni: il ruolo delle associazioni scientifiche, il legame tra territori e percorsi accademici, l’impatto delle dinamiche familiari e di genere sulle carriere, le trasformazioni delle infrastrutture relazionali nel campo sociologico.
Nel primo contributo, Maria Carmela Agodi e Luca Serafini si concentrano sulla dimensione associativa della sociologia italiana, presa in esame con riferimento sia alle sue evoluzioni storiche – la nascita dell’AIS, la successiva fondazione di altre società scientifiche, il rapporto tra associazioni italiane e internazionali – sia all’intreccio con i più ampi mutamenti istituzionali che hanno attraversato non solo la sociologia, ma l’accademia italiana nel suo complesso. Tali mutamenti, per esempio quelli che si sono verificati nei sistemi di reclutamento e valutazione, hanno contribuito a un progressivo ripensamento, che può essere interpretato come ridimensionamento, del ruolo e delle funzioni delle società scientifiche.
Nel secondo contributo, Stefano Oricchio e Marialuisa Stazio focalizzano invece l’attenzione sul modo in cui il divario istituzionale tra Nord e Sud ha impattato sui percorsi di carriera individuali. Riconducendo tale divario a un modello centro-periferia, è possibile far luce su una serie di dinamiche di tipo sia collaborativo, sia conflittuale, che hanno attraversato il campo sociologico in Italia, e in cui proprio la dimensione territoriale appare particolarmente significativa.
Nel terzo contributo, Valeria Quaglia e Francesca Alice Vianello prendono in esame il modo in cui – nelle interviste – si dà conto dei percorsi scientifico-accademici e del loro intrecciarsi con eventi e traiettorie afferenti alla più ampia sfera di vita. L’obiettivo è duplice: da una parte si approfondisce il modo in cui i percorsi individuali in cui si formano le identità personali e professionali sono orientati alle norme e alle strutture istituzionali del campo accademico; dall’altra si indaga la centralità che assume, in tale intreccio tra pubblico e privato, la dimensione di genere.
Nel quarto e ultimo contributo, sulla base delle narrazioni emerse dalle interviste, Ilenia Picardi e Marco Serino si occupano di ricostruire le infrastrutture relazionali che hanno accompagnato lo sviluppo della sociologia come campo accademico specifico. L’analisi si concentra sulle reti di relazione tra i sociologi nel quadro delle trasformazioni del campo sociologico stesso, della sua struttura e dell’ethos disciplinare, anche in relazione alle sfide poste dai cambiamenti in atto nell’accademia e più in generale nella ricerca scientifica.
Nel suo insieme, il Focus che qui si presenta costituisce un contributo costruito a partire da una base empirica comune, ma plurale in termini di frame teorici e strumenti d’indagine, verso una interpretazione sociologica del processo di configurazione del campo accademico analizzato, nel quarantennio che inizia con la costituzione della Associazione Italiana di Sociologia. Da tale contributo emergono chiavi di lettura utili non solo per fornire ulteriori approfondimenti analitici sul perché e come la sociologia italiana abbia raggiunto la sua configurazione attuale, ma anche per individuare le tensioni fondamentali da considerare cruciali al fine di comprendere in quali direzioni una sua riconfigurazione possa essere progettata, a seconda dei diversi posizionamenti, essendo l’oggetto di studio in questione – come scrive Bourdieu in Homo Academicus – «un mondo sociale nel quale si è coinvolti».
↑ 1
Ci-CeRCHie sta per «Circoli, Cerchie, Reti, Cliques, Hierarchies», rinviando ironicamente e con un pizzico di sano understatement al legume, ormai quasi in estinzione, ma molto amato a Napoli: la cicerchia, appunto. Del collettivo Ci-CeRCHie fanno parte: Maria Carmela Agodi (Università di Napoli Federico II), Ilenia Picardi (Università di Napoli Federico II), Valeria Quaglia (Università di Bologna), Luca Serafini (Università di Napoli Federico II), Marco Serino (Università di Napoli Federico II), Mara Tognetti (Università di Milano), Francesca Alice Vianello (Università di Padova).

- Articolo
- pp:165-167
- DOI: 10.1485/2281-2652-202527-11
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Editoriale
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Teoria e ricerca
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Focus. Sport e teorie sociologiche
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Focus. Cerchie, gruppi, associazioni, componenti, reti: traiettorie biografiche e dinamiche di riconoscimento accademico nella sociologia italiana
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L'intervista