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2021/17

Disvelamento e segreto nella cultura del capitalismo (Unveiling and secrecy in the culture of capitalism), di Emilio Gardini


La modernità ha fatto della metafora del visibile e del conoscibile la cifra della società razionale e funzionale, dove l’opacità, l’ambivalenza e l’indicibile rappresentano ostacoli da rimuovere o errori da emendare. Il capitalismo contemporaneo amplifica il senso dello «svelamento» facendo della pubblicità e dell’esposizione in pubblico dei dispositivi di valorizzazione sociale. Georg Simmel (1908) intuisce che la voglia dell’uomo moderno di piacere agli altri e di esporsi nello spazio sociale esprime un «desiderio positivo» contro il negativo del non manifesto, del non visibile. L’ornamento, scrive a riguardo, è un modo, soprattutto per la borghesia, per render pubblico il sé, per «mostrarsi», per attribuire «valore» alla propria personalità. Dunque, al visibile e all’esteriorizzazione di attributi presumibilmente intimi si attribuisce la positività dell’apertura alla mondanità. All’interno di questi processi di socializzazione e di individuazione, basati sulla dialettica riconoscimento-distinzione, il «valore» dei beni simbolici si ripercuote concretamente nella gestione delle relazioni di potere. L’effettualità del simbolico rispecchia, nel lessico marxiano, anche quella proprietà feticistica («sensibilmente sovrasensibile») che incorpora l’oggetto o la persona che ne è dotato. L’utopia della trasparenza e dell’autoevidenza del soggetto rispetto a se stesso produce, allo stesso tempo e per reazione, forme di vita e saperi radicati sul «segreto» e sui risvolti di ciò che resta in «ombra». Ed è proprio Simmel a proporre una delle riflessioni più interessanti sulla relazione tra segreto e disvelamento, definendo il segreto come una delle «maggiori conquiste dell’umanità». Nel presente contributo, dunque, si intende indagare il rapporto tra disvelamento e segreto (a partire dalle tesi di Georg Simmel) in rapporto alle trasformazioni sociali e culturali del tardo capitalismo. Attraverso la riflessione sociologica su alcune immagini della letteratura (H. Melville, F. Kafka, C. Mieville) si metterà in relazione il segreto con i temi del potere, del controllo, del male nella tarda modernità. Obiettivo dello scritto è riflettere sul segreto oltre che come forma di preservazione del sé e di resistenza, come «necessità» di cui si serve il capitalismo avanzato per esistere. 

Modernity has made the metaphor of the visible and the «knowable» the peculiarity of a rational and functional society, where opacity, ambivalence and the unspeakable represent obstacles to be removed or errors to be amended. Contemporary capitalism amplifies the sense of unveiling and makes public exposure a dispositive for social enhancement. Georg Simmel (1908) senses that the modern individual’s desire to please others and to expose him- or herself in the social space expresses a «positive desire» against the negative of the «unmanifest» or invisible. Ornament, he writes, is a way to expose the self in public and to attribute value to one’s personality, especially for the bourgeoisie. Positivity is thus attributed to the visible and to the externalization of what is intimate. Within these processes of socialization and identification, based on the dialectic of recognition-distinction, the value of symbolic goods has concrete repercussions in the management of power relations. The effectiveness of the symbolic reflects, in the Marxian lexicon, the fetishistic property which incorporates the object or person who is endowed with it. The utopia of transparency and the subject’s self-evidence produce, at the same time and by reaction, forms of life and knowledge based on the secret and the implications of what remains in shadow. Simmel proposes one of the most interesting reflections on the relationship between the secret and unveiling, defining the secret as one of the «greatest achievements of humanity». In this paper, we investigate the relationship between «unveiling» and the secret (starting from Simmel’s thesis) in relation to the social and cultural transformations of late capitalism. Through sociological reflection on some images from literature (H. Melville, F. Kafka, C. Mieville), the secret will be related to issues of power, control and evil in late modernity. This paper reflects on the secret as a form of self-preservation and resistance and as a need that advanced capitalism uses to exist.

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  • Articolo
  • pp:301-312
  • DOI: DOI: 10.1485/2281-2652-202117-14
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