Di recente, nell’analisi dei fenomeni elettorali , si registra un rinnovato interesse per il ruolo che le condizioni socio-economiche hanno sul comportamento elettorale, più nello specifico ciò su cui si concentra l’attenzione (convegno SISP 2017 con panel dedicato) è la capacità esplicativa e predittiva nelle grandi aree urbane della dicotomia centro/periferia, intesa in senso sociale oltre che spaziale. Operare in un’ottica che mira a connotare socio-economicamente le unità sub-comunali al fine di classificarle come centro/periferia pone, tuttavia, una serie di complicazioni legate ai livelli territoriali in cui sono disponibili i dati sul comportamento elettorale e quelli di tipo socio-anagrafico. Due sono le questioni: la prima riguarda l’eterogeneità interna dei citati livelli sub-comunali, la seconda i problemi di comparabilità tra diverse città. A titolo di esempio, Milano (zone decentramento) e Torino (circoscrizioni) hanno unità sub-comunali molto estese e con un’elevata eterogeneità sociale interna. Nel caso di Palermo, invece, le unità sub-comunali (UPL) sono spazialmente limitate e relativamente omogenee dal punto di vista socio-economico, rendendo agevole un’analisi ecologico-sociale (Cox, 1969) del comportamento elettorale. Con unità di analisi tanto differenti per ampiezza e per eterogeneità delle condizioni socio-economiche – e qui passiamo alla seconda questione – una comparazione tra aree urbane risulta di difficile realizzazione. Idealmente, avere una corrispondenza tra gli aggregati territoriali minimi del comportamento elettorale (sezioni elettorali) e delle caratteristiche socio-economiche (sezioni di censimento) permetterebbe di superare i problemi legati all’eterogeneità e alla comparabilità (Schadee e Corbetta, 1984). Questo contributo si propone di provare a superare i limiti sopraesposti attraverso una caratterizzazione socio-economica delle sezioni elettorali, non di tipo puntuale ma basata sull’individuazione georeferenziata del micro-contesto territoriale in cui queste ultime sono inserite.
In recent analyses of electoral phenomena, there is a renewed interest in the role of socioeconomic conditions on electoral behaviour. In particular, Italian scholars are working on the explanatory and predictive capability of the «town» cen-tre/periphery dichotomy, from a social rather than spatial perspective (at the SISP 2017 conference an entire panel was devoted to the theme) . This means, first and foremost, characterising socio-economic aggregates in order to classify them as centre/periphery after analysing their electoral behaviour. Yet this poses many problems, due to the fact that the avail-able data at sub-municipal levels are aggregated both on electoral and socio-personal behaviour. There are two issues: the first concerns the internal heterogeneity of these sub- municipal levels, while the second concerns comparability between different cities. In some cities such as Milan [zone di decentramento] and Turin [circoscrizioni], the sub-municipal units with interconnected data are very extensive and present a high level of social heterogeneity. Other cities, such as Palermo, have spatially limited and relatively homogeneous sub-municipal units [UPL] that make the analysis more rigorous. However, and here we come to the second question, the results are not comparable with cities whose sub-municipal levels diverge in terms of size and social heterogeneity. Ideally, creating a correspondence between the minimum territorial aggregates of electoral behaviour and their socio-economic characteristics would help us overcome these problems (Corbetta, 1984). The final part of the paper proposes overcoming the above-mentioned limits by means of a socio-economic characterization of electoral constituencies based on the identification of their micro-context, with the use of geo-referencing programs.