Il saggio si propone di illustrare le ragioni storiche, sociologiche ed epistemologiche che giustificano la riscoperta del lavoro di Sombart come punto focale del crescente interesse sia per l’interpretazione del capitalismo occidentale – compreso il suo attuale declino «tecno-nichilista» –, sia per i saggi postumi raccolti in Noo-soziologue e per quelli sulla questione di una «cultura unitaria» (per es. Der faustische Geist ). La sociologia storico-fenomenologica di Sombart è sorprendentemente capace di risolvere il «dilemma delle scienze sociali» di Tenbruck, riscoprendo la propria vocazione e sviluppando un modo originale di essere «positiva», in quanto storica; «interpretativa», in quanto fenomenologica; «noologica», in quanto radicata in un’antropologia che considera l’uomo come libertà, minaccia e insoddisfazione.
The sociology of Werner Sombart between history and phenomenology
The aim of this paper is to discuss the historic/sociological and epistemological reasons for rediscovering Sombart’s work, which is now the focus of increasing interest, in terms of interpreting western Capitalism, including its current «techno-nihilistic» decline, the posthumous essays collected in Noo-soziologie, and those addressing the issue of a «unitary culture» (e.g. Der faustische Geist ). W. Sombart’s brand of historic/phenomenological sociology surprisingly turns out to be capable of resolving Tenbruck’s «dilemma of social sciences», by rediscovering its own vocation and developing an original way of being «positive», that is historical; «interpretative», that is phenomenological, and «noological», that is rooted in an anthropology which considers man in terms of freedom, threats and dissatisfaction.
