AIS

2013/2

Editoriale (Editorial), di Alessandro Bruschi


Con questo numero si concludono le pubblicazioni della Rivista che cadono sotto la responsabilità dell’attuale Consiglio direttivo dell’Ais, che fortemente l’ha voluta e fondata come strumento di realizzazione della propria politica culturale, in coerenza con quanto ha fatto la maggior parte delle altre Associazioni scientifiche.

Nella rubrica Teoria e Ricerca, pubblichiamo tre saggi, dando spazio a giovani ricercatori: sull’immagine della Sociologia nei media (Davide Borrelli e Mihaela Gavrila); sul significato relazionale della preghiera (Mario Salisci); sull’effetto scoraggiamento in tema di occupazione femminile dei due vincitori del premio «Franco Rizzo» (Adriano Cataldo e Marco Tosi), conferito in occasione del Forum Giovani Ais tenuto a Brindisi il 17 e 18 dicembre 2012, in collaborazione con il Dipartimento di «Storia, società e studi sull’Uomo» dell’Università del Salento.

La rubrica Focus porta nella Rivista l’attenzione che la nostra Associazione sta dando al problema del rapporto tra Sociologia e lavoro – su cui ha basato il proprio Convegno di metà mandato, tenuto a Trento il 12-13 ottobre 2012 – presentando interessanti analisi su iscrizioni ai Corsi di Laurea in Sociologia (Federico Denti e Moris Triventi), curricula (Marco Gui), esiti formativi e sbocchi professionali (Alessandra Decataldo e Brunella Fiore), valore di mercato della laurea in Sociologia (Gianluca Argentin). Gli autori fanno parte di un gruppo di giovani ricercatori dell’Ateneo di Milano-Bicocca, che hanno illustrato questi temi nel corso di un seminario, promosso dall’Ais, tenuto a Milano il 22 marzo dell’anno in corso.

In questo numero, compare una nuova rubrica Passato presente, dedicata alla ricostruzione di momenti significativi per lo sviluppo della Sociologia in Italia. Con essa, la Rivista completa la sua struttura editoriale, articolandola in cinque parti: una generalista, teoria e ricerca; una tematica, focus; una, appunto, di ricostruzione della nostra identità, passato presente; una di testimonianze da parte di membri autorevoli della comunità scientifica, l’intervista; infine, una sulla produzione scientifica, rassegna critica.

Passato presente inizia con un saggio di Roberto Cipriani (The Italian Sociological Tradition), che ricostruisce sinteticamente le radici della disciplina nel nostro Paese, con particolare attenzione al dibattito dei primi decenni del Novecento, arrivando sino ai primi anni del secondo dopoguerra. Il secondo contributo (Mezzo secolo di Sociologia a Roma. Contributi ad una «ecologia» delle idee sociologiche), di Mario Morcellini e Francesca Colella, riguarda un progetto di ricerca dedicato alla ricostruzione della memoria storica, delle tendenze di ricerca e del clima culturale che hanno caratterizzato gli ultimi cinquant’anni di studi sociologici a Roma.

Nella rubrica dedicata alle interviste, ospitiamo quella condotta da Domenico Secondulfo a Vincenzo Cesareo, un protagonista della vita scientifica e istituzionale della Sociologia nel nostro Paese, che ne ha seguito gli eventi negli ultimi cinquant’anni, lo sviluppo e la crisi universitaria.

Al fine di rispettare l’impegno di serietà e di trasparenza che ci siamo proposti, in questo numero pubblichiamo, in coda alle «avvertenze per gli autori», l’elenco dei colleghi che hanno collaborato in qualità di referees. Ad essi e agli autori che, con i loro contributi, hanno permesso la realizzazione dell’iniziativa, va il nostro sincero ringraziamento.

Vorrei concludere ricordando che la Rivista ha definitivamente terminato il suo periodo di rodaggio e, dai prossimi numeri, dovrebbe iniziare a funzionare «a pieno ritmo», nel rispetto degli obiettivi che si era assegnata. Innanzi tutto, garantire la massima attenzione ai molteplici interessi scientifici dell’Associazione, mi auguro in stretta collaborazione con le Sezioni; proiettarsi sempre più in ambito internazionale; essere uno strumento a favore dei giovani ricercatori. In secondo luogo, valorizzare la nostra identità disciplinare, indagando la storia della Sociologia nel nostro Paese, tramite interviste con i suoi protagonisti e saggi di ricostruzione storica. Infine, monitorare il dibattito sulle istituzioni e i processi di trasformazione universitari, ma anche indagare e discutere sulla sua immagine pubblica, l’autorevolezza del suo pensiero, l’efficacia professionale, il contributo che essa può dare alla soluzione dei problemi del Paese.

Nel lasciare la direzione della Rivista, voglio ringraziare sentitamente tutti coloro che hanno collaborato alla sua nascita e al suo sviluppo: Alessandro Cavalli, che ha accettato di esserne il Direttore responsabile; il Consiglio direttivo tutto, per il costante impegno che ha dato alla sua vita editoriale; soprattutto, Marita Rampazi e Davide Borrelli per la loro opera editoriale continua e generosa. In particolare, ho il piacere, ma anche il dovere, di rinnovare un affettuoso riconoscimento a Marita Rampazi che è stata la vera anima della Rivista.

Sono certo che nei prossimi anni la Rivista migliorerà e si svilupperà ulteriormente con il nuovo Consiglio direttivo, arricchendo la produzione scientifica italiana. Ad esso faccio, a nome di tutto l’attuale Consiglio e mio personale, i migliori auguri di successo.

  • Articolo
  • pp:7-8
  • DOI: 10.1485/AIS_2/2013_EDITORIALE
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