Nell’articolo si pongono a confronto i laureati magistrali in Sociologia con quelli di altre discipline affini, in particolare Scienze politiche. Si ha così modo di rilevare che i laureati in Sociologia incontrano difficoltà occupazionali maggiori degli altri. Più precisamente, raggiungono meno spesso un’occupazione stabile, percepiscono retribuzioni sensibilmente inferiori e fanno molto più spesso lavori per cui la laurea non è necessaria (e nemmeno utile). Al contempo, anche la soddisfazione per il lavoro svolto risulta più bassa. Questi risultati poco apprezzabili non sembrano imputabili alle caratteristiche peculiari dei laureati in Sociologia, ma rimandano a mio avviso alla crisi della disciplina e alla necessità di ripensare il ruolo del sociologo e i relativi percorsi formativi. Nella parte conclusiva del saggio, riprendo e sviluppo alcune proposte in merito formulate in precedenza da altri sociologi italiani.
The Labour Market Value of a Degree in Sociology
The crisis of the discipline and the difficulties faced by graduates in the labour market. When Sociology graduates are compared with graduates from other disciplines, political science in particular, it can be seen that sociologists encounter more difficulties in the labour market: they find stable jobs less frequently, they earn less money and they are more frequently employed in occupations where a degree is not required (or even not useful). They are also less satisfied with their jobs. This situation appears to be due to the discipline rather than the individual characteristics of the Sociology graduates: in the author’s opinion, these outcomes are connected to the crisis of Sociology and call for a rethink of how the university system develops sociological skills. The conclusions recall and review various proposed reforms in sociology courses.
