AIS

La dimensione onnipervasiva della razionalità strumentale, capitalistica e statuale ha dato forma alla modernità e strutturato dal punto di vista epistemologico il «canone» sociologico che l’ha interpretata. La svolta emozionale in atto nelle scienze sociali ha consentito l’osservazione della duplice natura razionale ed emotiva dei processi di soggettivazione individuale e collettiva. Se, da una parte, il capitalismo riflette il suo potere colonizzatore nelle diverse sfere della vita associata, dall’altra ha fatto emergere la necessità di passare a una definizione dell’identità individuale più complessa, scaturente dall’infrastruttura intersoggettiva, razionale, relazionale e dell’emozionalità. La duplice influenza esercitata dal neoliberismo, sul piano soggettivo e strutturale, attraverso i processi di individualizzazione, deregolamentazione, precarizzazione del lavoro, rende irrinviabile il superamento dell’asimmetria nel rapporto tra ragioni ed emozioni. In questa cornice di riferimento, un ambito di indagine promettente è quello costituito dalle pratiche partecipative dei giovani, le cui condotte e azioni sembrano superare questo iato tra razionalità ed emozionalità. Questo è emerso dalla ricerca condotta in tre contesti socio territoriali: Padova, Perugia, e Messina. In questo frame, sono state realizzate circa sessanta interviste qualitative, rivolte a giovani attivisti di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La ricerca sul campo testimonia che le pratiche di contestazione giovanile contro gli effetti delle politiche neoliberiste sono caratterizzate da una forte dimensione emotiva: paura, rabbia, indignazione costituiscono i vettori di mobilitazioni politiche e sociali, le quali oltre a ridisegnare uno spazio condiviso costruito dal basso, evidenziano come l’intreccio tra ragioni ed emozioni riconfiguri la contemporaneità. 

The all-pervasive dimension of instrumental, capitalist and state rationality has shaped modernity and structured the sociological «canon» that interpreted it from an epistemological point of view. The «emotional turn» taking place in the social sciences has allowed the observation of the dual rational and emotional nature of the processes of individual and collective subjectivation. If, on the one hand, capitalism reflects its «colonizing» power of the different spheres of associated life, on the other hand, it has brought out the need to move to a more complex definition of individual identity, arising from the intersubjective, rational, relational and emotional infrastructure. The dual influence exerted by neoliberalism, on a subjective and structural level, through the processes of individualization, deregulation, and precariousness of work, makes it impossible to postpone the overcoming of the asymmetry in the relationship between reasons and emotions. In this frame of reference, a promising area of investigation is that constituted by the participatory practices of young people, whose behaviors and actions seem to overcome this hiatus between rationality and emotionality. This emerged from the research conducted in three socio-territorial contexts: Padua, Perugia, and Messina. In this frame, about sixty qualitative interviews were carried out, aimed at young activists between the ages of 18 and 35. The research field testifies that the practices of youth protest against the effects of neoliberal policies are characterized by a strong emotional dimension: fear, anger, indignation are the vectors of political and social mobilizations, which in addition to redesigning a shared space built from below, highlight how the intertwining of reasons and emotions reconfigures contemporaneity.