Editoriali

Stefano Tomelleri, Mariano Longo

Editoriale (n. 25 2024)


Questo focus monografico di Sociologia Italiana – Ais Journal of Sociology si propone di investigare la rilevanza della componente emozionale per l’analisi sociologica della società contemporanea. Sebbene nel nostro tempo si riesca difficilmente a comprendere le emozioni in chiave di mutamenti storici o di conflitti istituzionali, la sociologia sin dalle sue origini ha cercato di comprendere sia l’ampio contesto dei fatti storici nei suoi riflessi sull’agire affettivo, sia l’azione generativa delle emozioni nella costruzione sociale degli assetti normativi e istituzionali. Ciò che rende sociali le emozioni, come suggeriscono le ricerche sociologiche degli ultimi anni, è che le emozioni sono intimamente legate a ciò che rende gli uomini degli esseri relazionali, ed è in questo senso che hanno una natura dinamica e processuale strettamente legata alle trasformazioni storiche in corso.

I classici della sociologia, da prospettive teoriche e metodologiche differenti (da Max Weber a Vilfredo Pareto, da Georg Simmel a Charles H. Cooley, da Ferdinand Tönnies a Émile Durkheim), hanno riconosciuto non solo la rilevanza delle emozioni nella vita quotidiana, ma anche e soprattutto la profonda influenza dell’agire affettivo nelle grandi trasformazioni epocali.

Tuttavia, questa attenzione alla componente emotiva non ha prodotto una specifica attenzione alle emozioni come oggetto di analisi sociologica. Le emozioni sono rimaste, per così dire, un tema collaterale agli interessi dei classici. Perché la sociologia delle emozioni si affermi come campo di ricerca teorica ed empirica importante bisogna attendere gli inizi degli anni Settanta, quando sociologi della cultura, sociologi evoluzionisti, teorici delle situazioni micro provenienti da molte diverse tradizioni, come la teoria dello scambio, l’etnometodologia e l’interazionismo simbolico, abbandonano il paradigma cognitivista per guidare un’avanguardia della microsociologia contemporanea (Barbalet, 2004; Turner e Stets, 2005).

Da questa angolatura, varie studiose (Lewis, 1971; Hochschild, 1983) e studiosi (Alberoni, 1977; Scheff, 2000) mostrano l’ambivalenza delle emozioni: da un lato strumenti di controllo sociale (la vergogna, la paura), di strategie di mercato (il desiderio, l’invidia), dall’altro serbatoi di conflitto (il risentimento, la rabbia) o di movimenti sociali (la speranza, la voglia di riscatto). Il recupero di Norbert Elias, sempre più forte a partire dalla fine degli anni Ottanta, completa il quadro, dimostrando che è possibile costruire una storia sociale delle emozioni, dove l’ambivalente azione di controllo delle pulsioni si iscrive in un processo di costruzione della modernità e dei suoi caratteri, all’interno di un articolato processo di civilizzazione (Elias, 1994).

Lo sviluppo della sociologia delle emozioni mostra la rilevanza dell’emotività, sia a livello micro dei processi di interazione, sia a livello meso della costruzione di solidarietà locali, sia a livello macro delle strutture (si pensi alla rilevanza politica della paura) e dei processi (ci riferiamo alla civilizzazione nel senso di Elias).

Questa molteplicità di suggestioni, accanto alla considerazione che la sociologia delle emozioni ha avuto scarsa eco in Italia, motiva il nostro focus. L’intento di questi due numeri della rivista dedicati allo studio delle emozioni è stato quello di dare spazio agli studiosi che si occupano di questa area specifica, favorendo la creazione di reti e il dibattito.

In questo contesto, si evidenzia come le emozioni non siano semplicemente reazioni individuali, ma fenomeni profondamente interconnessi con le strutture sociali e i processi di cambiamento. Le emozioni possono essere comprese come modalità attraverso cui gli individui e i gruppi interpretano e rispondono alle condizioni sociali, influenzando e modellando, a loro volta, il tessuto sociale.

Le emozioni collettive, come quelle osservate nei movimenti sociali o nelle crisi politiche, mostrano come l’agire emotivo possa fungere da catalizzatore per il cambiamento sociale. Inoltre, la regolazione delle emozioni all’interno di differenti contesti sociali e culturali evidenzia l’importanza di una prospettiva comparativa nella sociologia delle emozioni, capace di cogliere le specificità locali e le dinamiche globali.

I vari contributi del focus evidenziano ciascuno a suo modo, che l’agire affettivo è sia esplorazione del sé che interazione con le altre persone. In particolare, il lavoro sulle emozioni modifica la capacità di azione a livello individuale, gruppale e collettivo, perché le emozioni sono un tutt’uno con il nostro modo di percepire la realtà sociale. I movimenti collettivi, le organizzazioni, il lavoro quotidiano, e molti altri fenomeni sociali sono profondamente influenzati dalle emozioni, che assolvono non solo una fondamentale funzione di integrazione sociale, ma si connotano anche come uno strumento di elaborazione politica dell’azione e delle scelte personali e collettive.

In conclusione, il nostro focus intende promuovere una comprensione più approfondita delle emozioni come elemento centrale nella costruzione sociale della realtà, contribuendo allo sviluppo di una sociologia delle emozioni che rifletta la complessità e la ricchezza delle esperienze umane nella società contemporanea.

 

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